Guangzhou: sotto un cielo di smog
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19 Settembre 2016Dopo Guangzhou e circa 6 ore di volo arriviamo a Bali, qui la temperatura mi fa sentire a casa, niente forno e lo smog, beh quello è concentrato sulle strade! Guida a sinistra per cui ogni tanto ho dei sobbalzi da cardiopalma, ma il nostro simpatico autista, Tony l’assistente balinese di Daniela (l’imprenditrice che seguo) è molto bravo a districarsi nella giungla di auto e motorini, che qui sono veramente tanti, in ogni dove! Scarichiamo i bagagli in hotel e vista l’ora di cena andiamo a mangiare un gustoso Nasi Goreng da Made’s Warung www.madeswarung.com (il Nasi Goreng è riso lessato o cotto al vapore poi saltato nel wok, insieme a carne, verdure, gamberi e uova). Se non ho molto parlato della cucina di Guangzhou, quella di Bali invece mi è piaciuta molto, per cui mi ci soffermerò spesso.
Ristorate e in pace con il mondo torniamo al nostro hotel a Seminyak, vivacissimo quartiere nei dintorni di Denpasar il capoluogo, punto strategico per la mia anfitriona: vicino al suo laboratorio, a Kuta e sulla strada dell’aeroporto.
Il mattino seguente si parte (in auto) per Ubud un luogo molto piu’tranquillo, intriso di cultura locale e dall’atmosfera hippy. Qui ci sono botteghe di artisti con i loro bellissimi lavori in vendita. Siamo andate a casa di un giovane e bravo pittore, che stava preparando dei lavori spettacolari su alcuni campioni di borse che la mia amica intende realizzare: vere opere d’arte. Tornando verso Seminyak (ma parliamo di ore in macchina in un traffico convulso), ci fermiamo a vedere le famose “rice terrace”, solitamente verdissime, in quest’occasione un po’ spelacchiate.
A Ubud c’è anche la Foresta delle Scimmie, un sito ormai molto turistico: non buttate via soldi per vedere le scimmie, le incontrerete ovunque, spostandovi verso nord. La sosta per il pranzo è da Ibu Oka (mamma oka) dove si mangia solo maialino, preparato in tutti i modi: io ho mangiato il piatto classico: babi guling maialetto ripieno di spezie con patate lesse. Squisito.
La prossima tappa: un negozio di pelli di pitone e lucertole, materiale per borse e accessori che presto grazie a Daniela saranno in vendita nei negozi italiani. La giornata volge al termine, e per gratificarci del tanto girare ci regaliamo una serata di musica rock all’Hard Rock Cafè: very good!
Altro giorno, altro giro, si va a Denpasar, nella strada delle stoffe, decine e decine di store che vendono seta, velluti e batik, dai più preziosi e antichi ai più moderni e meno cari, ma tutti autentici! Con Daniela compro ad occhi chiusi, lei qui è di casa, parla anche balinese! Per pranzo mi porta in uno spartano ristorantino dove si mangia il bakso, un tipico piatto di strada a base di polpette di carne o pesce serviti in zuppa con salsa di soia e verdure, non ci crederete ma ho gustato tutto con piacere!
Nel pomeriggio lei si ferma in laboratorio per direttive e incontri con i collaboratori, e io mi godo la pace del nostro piccolo ma grazioso hotel: Centra Taum Seminiak (www.centarahotelsresorts.com), con spa e piscina, finalmente un po’ di relax. Per l’ultima cena a Bali andiamo sulla spiaggia di Jimbaran a mangiare nel primo ristorante che aprì trent’anni fa, adesso ce ne sono a migliaia! Il tavolo è proprio sulla riva, illuminato da due candele, beviamo birra balinese e mangiamo granchi e pesce arrosto. Ottima cena!
Arriva così il giorno della partenza, non ho visto i mega resort lussuosi immersi nel verde di Kuta, Sanur, Jimbaran, Seminyak e Nusa Dua, le spiagge bianche e le verdi colline, ma ho respirato la vita balinese di tutti i giorni, le loro abitudini, le tradizioni. Ci sarà di certo un’altra occasione, alla prossima!