Havana sensual, sarai ancora così?
19 Gennaio 2016Praga, capitale magica
26 Gennaio 2016Le isole di Capoverde, sono fra gli angoli più selvaggi del mondo, famose per le splendide spiaggie bianchissime e chilometriche, per la musica e per il clima piacevole che le rendono tutto l’anno meta ideale di vacanze. Nel corso dei secoli, il dominio portoghese ha dato vita ad una cultura multietnica che ha influenzato musica, letteratura e gastronomia.
Dieci splendide isole adagiate in mezzo all’oceano Atlantico, facilmente raggiungibili da ogni dove, Capoverde dista solo 5 ore di volo dall’Italia e 450 km dal Senegal.
S. Antao e S.Vincente, le isole di cui vi parliamo, sono meno conosciute di Sal, Boavista, Santa Luzia, Sao Nicolao, Santiago, Fogo, Maio, Brava. Una la capitale della musica e della cultura capoverdiana, l’altra il cuore verde dell’arcipelago. Mindelo, capoluogo della prima, colpisce per la vivacità e il carattere cosmopolita della gente, dove il passato coloniale rivive nell’architettura marcatamente portoghese e nei lineamenti bellissimi degli abitanti, quasi tutti creoli.
Dominata dalla baia di Porto Grande, sede di un importante porto internazionale, Mindelo stupisce per il fervore commerciale degli innumerevoli negozietti e mercati, ma sopratutto per l’indiscusso fascino delle sue notti, dove musiche suadenti, danze e feste coinvolgenti esaltano il calore umano e la simpatia degli abitanti molto ospitali con i turisti. Nei numerosi locali del centro è possibile ballare fino all’alba coinvolti dall’atmosfera magica di feste interminabili. Il calore, l’allegria e il folklore capoverdiani trovano la loro massima espressione nel coloratissimo carnevale mindelese (in febbraio), tripudio di ritmi, danze scatenate, canti allegorici e costumi sfarzosissimi; nel Festival Internazionale della Musica, nel capodanno e nelle numerose feste popolari. La città, quasi tutta in puro stile coloniale, ha murales dipinti sulle case ispirati alla cultura locale, la torre di Belem (esatta copia di quella di Lisbona), il mercato del pesce, affascinante, con scene di pesca e con le stagioni dell’anno affrescate sulle pareti.
Il lungomare che porta alla torre e al mercato è l’Avenida Marginal che caratterizza la città ed è meta di romantiche passeggiate all’imbrunire. Su questa strada ci sono, l’Atelier, il teatro Mindelact e il centro culturale. Ci sono anche parecchi locali dove mangiare, ascoltare musica, ballare. Al Tradiçom, sulla cui terrazza si assiste oltre che al tramonto del sole, spettacolo memorabile, a esibizioni di capoeira, ballo acrobatico di origine brasiliana molto praticato a Mindelo. Sulla baia spicca il Monte Cara il cui profilo ricorda un volto femminile.
Mindelo è inoltre considerata il cuore culturale dell’arcipelago, ha dato i natali a scrittori e musicisti, fra cui il poeta B.Leza e la grande Cesaria Evora cantante di struggente bravura. Ogni anno ad agosto nel fine settimana di luna piena, viene organizzato un festival internazionale della musica nella Bahia das Gatas, dove si mangia, si beve, ma soprattutto si canta e si balla. Artisti capoverdiani provenienti da tutto il mondo tornano qui, per tre giorni, ad esibirsi su un grande palco, accompagnati dai balli del pubblico. Ma si fa festa in ogni periodo dell’anno, basta entrare in uno degli innumerevoli locali di Mindelo fra cui il conosciutissimo Cafè Lisboa nella centralissima rua de Lisboa, dove suonano dal vivo, vispi vecchietti genere Buena Vista Social Club. Fund d’ Mar aperto il venerdi e il sabato. Nei locali di questa città si ha spesso l’occasione di assistere a concerti improvvisati e ascoltare dal vivo grandi artisti capoverdiani di ritorno dalle loro tourneè. Mindelo non è solo musica e sodade, ma anche spiagge bellissime come quella di Bahia das Gatas, il villaggio di pescatori di Calhau, quello di Sao Pedro sull’incantevole e omonima spiaggia, eccellente per la pratica di sport nautici e per le lunghe galoppate a cavallo; Monteverde, a 700 metri di altezza dove si gode dello splendido panorama della città.
Dopo qualche giorno a Mindelo città dai ritmi così vivaci, viene proprio voglia di approdare in un piccolo paradiso terrestre come è l’isola di S. Antao, raggiungibile in un’ora circa, a bordo di uno scalcinato traghetto che parte dal porto di Mindelo ogni mattina. Attenzione al mare, è oceano aperto ed è sempre un po’ ballerino! S. Antao ha un ‘estensione che la rende la seconda dell’arcipelago, i suoi paesaggi rocciosi, solcati dalle verdi ribeiras la rendono l’isola ideale per il trekking ma anche per la contemplazione della natura. Isola di contadini che vivono tra montagne macchiate da casette colorate, con le strade esclusivamente di ciottoli o di terra battuta. Si può alloggiare a Ribeira Grande, capoluogo dell’isola, o in uno dei piccoli centri sparsi in tutta l’isola: Cova, Agua de Caldeiras, Corda. Noi scegliamo un piccolo agriturismo a Cha de Pedras, da Antero de Oliveira, un gentile signore che parla un francese perfetto e la cui madre quasi ottantenne si rivela una cuoca sopraffina, la sua cachupa (piatto tradizionale capoverdiano) è da favola, il costo di un pernottamento con cena e prima colazione è di 3000 escudo. Indimenticabile il panorama che ci circonda: la vegetazione tropicale taglia come una scure il rosso dei monti, sembra di essere in un altro pianeta! Caracolliamo per ore a bordo di un fuoristrada e arriviamo a Fontainhas, un’arroccato paesino attraversato solo da una mulattiera dove passa a malapena la jeep, dicono che la strada (sic) sia stata costruita da un signorotto del luogo negli anni 50, solo per andare a trovare la sua bella! Meglio arrampicarsi a piedi e dopo un’oretta si arriva all’ultima curva. sembra di essere arrivati in uno dedi paesaggi che esistoni solo nei film! Si può andare anche a Corvo, o Fomiguinhas, o Ribeira di Paul o Pontinha de Janela. Se non si è troppo stanchi, imperdibile è Passagem con la sua piscina e il ruscello di acqua freschissima.
La cucina capoverdiana meriterebbe un capitolo a parte visto la mescolanza di culture multirazziali, da questo crogiolo di razze nasce la cucina creola fatta di piatti semplici ma gustosi come la cachupa, il piatto nazionale, una zuppa a base di mais e puo essere ricca o povera. Si mescola mais e fagioli rossi, si fa bollire e poi saltare in padella con cipolla, olio, sale e pepe, si aggiungono patate, manioca, salsiccia, pancetta, si serve con uova fritte. Canja de Galinha, piatto ricco da preparare in occasione di feste e ricorrenze, a base di pollo, riso, verdura, pomodori, e paprica, tutto cotto insieme dopo una notte a bagno con alloro, aglio e cipolla. Caldo de peixe, zuppa di pesce preparata con manioca, pomodoro, patate, banane, aglio, cipolla, salvia e servito con riso bollito a parte. Questi sono solo alcuni dei piatti capoverdiani, tutti accompagnati da birra o da vino locale dell’isola di Fogo, si finisce il pasto con grogue o punch.
Il ritorno è sempre un po’ malinconico, dopo una settimana di sole, di mare ventoso, di verdi ribeiras, di musica e “morabeza” (ospitalità), ci facciamo prendere anche noi dalla sodade (malinconia) cantata da Cesaria Evora, all’aeroporto di Mindelo fra capoverdiani che tornano sul continente carichi di pacchi e sogni; un gruppo di musicisti di morna suona struggenti melodie in onore di alcune ragazze mindelesi che tornano in Europa, ci illudiamo che il concertino sia per noi… Partiamo con questa musica che esprime il dolore della partenza, e ci accorgiamo con stupore di averne già nostalgia!
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